La mia Milano gourmet- parte 5: indirizzi e consigli

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IGINIO MASSARI

Finalmente siamo riusciti a testare la pasticceria di Iginio Massari a Milano, situata in via Marconi (poco distante dal Duomo). Dato che sia io che Marco siamo amanti delle veneziane con la crema (abbastanza rare da trovare, un po’ vintage e decisamente difficili da realizzare, sono il banco di prova di ogni pasticcere) le abbiamo assaggiate e devo dire che sono ottime! L’alveolatura non è quella tipica delle veneziane ma è più piccola, come quella di un pan brioche per intenderci, e colpisce la sua leggerezza e morbidezza! Con il ripieno di crema alla vaniglia diventano una vera prelibatezza! Ho avuto occasione di provare anche il maritozzo che, oltre a essere bello da vedere con la panna montata spalmata ad arte e la firma di Massari, è davvero freschissimo e goloso, ve lo consiglio vivamente! Inoltre i nostri amici Luca & Laura ci hanno regalato dei cioccolatini troppo buoni racchiusi in una confezione che sembra un vero e proprio scrigno e ci hanno detto che i suoi panettoni, disponibili su prenotazione nel periodo natalizio, sono buonissimi!

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HUAN

Huan è un Oriental Bistrot nella definizione, un Posto Bellissimo secondo la MIA definizione! L’arredo è ben studiato: pareti di mattoni dipinte di verde ottanio, luci posizionate ad arte, tavolini e poltroncine di pelle una diversa dall’altra, una fusione di stile ed eleganza con una nota orientale nel menù che annovera stuzzichini, cocktail creativi e piatti principali dai sapori fusion asiatici che adoro! Noi ci siamo stati per un aperitivo, abbiamo preso ottimi drink accompagnati a una vaporiera in bambù piena di delizie. Sicuramente ci torneremo presto per la cena perché amiamo questo tipo di cucina!

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RAMEN A MANO

Siamo andati a pranzo da Ramen a Mano con i nostri amici Luca & Laura che ci hanno fatto conoscere questo posto carinissimo: i ramen sono fatti a mano seguendo la ricetta tradizionale cinese dei Lanzhou Lamian e dalla vetrata all’ingresso si può ammirare la preparazione della pasta fresca tirata a mano. Il brodo è di manzo, delicato ma saporito, condito con coriandolo fresco e cipollotti e si possono scegliere i vari ramen a seconda del numero di tirate in cui sono stesi, dai più spessi ai più sottili, oppure in versione tagliatelle larghe e sottili con bordi più o meno frastagliati. Gli antipastini sono molto sfiziosi e saporiti, vi consiglio di prendere l’uovo da mettere nel ramen per un bel piatto sostanzioso! Noi adoriamo il ramen, e se per alcuni è solo pasta in brodo per noi è una “coccola hygge”: confortante, corroborante, semplice e gratificante!

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IL FORNO COLLETTIVO

Sapete quanto io sia appassionata di panificazione e sono sempre alla ricerca di un pane perfetto secondo i miei criteri ovvero un pane fatto con lievito madre, a lunga lievitazione e alta idratazione, con una crosta croccante e ben cotta e una alveolatura ampia. Il pane “sour dough” ovvero pane a impasto acido del Forno Collettivo è proprio così e viene venduto in pagnotte intere oltre che utilizzato affettato e arricchito da ottimi ingredienti per realizzare crostoni gourmet che compongono una parte del menù per chi desidera fare uno spuntino  veloce. Avendo pochi tavoli ed essendo molto piccolo consiglio di prenotare perché potrebbe non esserci posto. Noi abbiamo preso due crostini (avocado, uovo e salmone per me e falafel, melanzane e pinoli per Marco) e il gelato al pane con olio e sale davvero fantastico, e poi prima di uscire una babka al cacao e una pagnotta da portare a casa! Tutto ottimo, leggero ma gustoso, come piace a noi!

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PANINO GIUSTO

E’ da 10 anni che io e Marco frequentiamo il Panino Giusto, conosciamo a memoria quasi tutti i panini e non siamo mai stati delusi: la qualità è ottima, gli ingredienti sempre freschissimi, e nonostante le porzioni non siano enormi e i prezzi non proprio contenuti, ci piace sempre fare una sosta qui per un pranzo veloce, rilassante e gourmet. La novità di quest’ultimo periodo è la formula aperitivo valida dalle 18 alle 20: un drink si paga e uno è offerto e in abbinamento c’è un tagliere classico o uno vegetariano. Si spende poco più di 10 euro a testa, si bevono ottimi cocktail (si possono scegliere i vari Vermouth con cui preparare il drink) e potete essere sicuri di mangiare bene: i taglieri infatti contengono degli assaggi dei panini più famosi, niente fritti quindi né prodotti “da bancone”, direi approvatissimo!

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AMOR pizza al vapore dei fratelli Alajmo

Abbiamo provato la pizza al vapore dello chef stellato Massimiliano Alajmo, Amor, al 10 di corso Como, in occasione del fuori salone del mobile, in onore dell’architetto Philippe Stark che ha curato l’arredamento del locale molto suggestivo. La pizza non è la classica pizza rotonda e nemmeno al trancio, diciamo che è più una degustazione gourmet: è morbida e leggerissima perché cotta al vapore, simile a un bao come consistenza dell’impasto. Gli ingredienti delle farciture sono di ottima qualità così come le birre artigianali. C’è la classica margherita ma anche la più creativa pizza vegana, preparata con una pasta di riso nero, verdure di stagione e semi misti o la pizza con acciughe e chorizo, stracciatella, acciughe del Mar Cantabrico, semi di finocchio e zafferano o quella con uova, bacon, cipolla al balsamico e paprika affumicata. Tutte deliziose! A noi è piaciuta molto ma bisogna essere “preparati” per non rimanere delusi. I prezzi sono mediamente elevati considerando che per un pranzo consiglio di prendere 3 o 4 tranci ma per una volta si può fare!

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LENTINI’S

Una buona pizza napoletana con impasto ad alta idratazione e lunga lievitazione è quella di Lentini’s Pizza and restaurant grill in via Tivoli 3, Brera. Il locale è molto carino, in stile italo-americano, e il menù contempla oltre alle pizze anche appetizer a base di salumi e latticini tipici del Sud Italia, primi piatti di pasta decisamente molto invitanti (polpettine di fassona, stracciatella, pesce spada, bottarga, pomodori secchi e altre golosità fanno parte di alcuni condimenti) e secondi di carne come fassona, angus argentino o black angus  e per un pranzo leggero anche insalate e baguette farcite. C’è una bella atmosfera e le pizze ci sono piaciute! Consigliato se siete in compagnia e volete mangiare cose diverse. Esperienza da ripetere!

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La mia Milano gourmet – parte 4: indirizzi e consigli

Milano nebbiosa

CRACCO IN GALLERIA

Come sapete non rinuncio mai alla colazione e quando io e Marco facciamo i nostri tour de force per Milano (il che vuol dire camminare diverse ore a passo spedito ed evitare di prendere i mezzi pubblici per quanto possibile) partiamo sempre dalla colazione che deve essere impeccabile! Oggi abbiamo “testato” il bistro caffè di Carlo Cracco in Galleria prendendo caffè e veneziana alla crema e non abbiamo avuto niente da ridire, anzi! Prezzi nella norma (3,30€ caffè e brioche al banco) ambiente vintage con luci soffuse e tessuti materici e anticati in linea con l’ambiente della Galleria quindi una piacevole esperienza! Le veneziane (che tra tutte le paste lievitate sono tra le più difficili da fare) erano leggerissime ma nello stesso tempo molto farcite di crema alla vaniglia. Disponibili anche nei gusti cioccolato e crema al caramello molto apprezzate dalla clientela! Ovviamente i prezzi sono diversi se si prende posto ai tavolini, ma essendo in Galleria in centro a Milano con turisti provenienti da tutto il mondo mi sembra lecito! Lo chef è passato nel locale per impartire alcune istruzioni al personale, ma non abbiamo osato avvicinarci per chiedere una foto! Veloooooci! Siamo usciti ben corroborati da una colazione stellata!

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L’ÉCLAIR DE GÉNIE

Un’idea per una merenda un po’ chic? Sicuramente gli éclair! Questi splendidi scrigni di pasta choux oltre che buoni sono anche molto belli da vedere, tutti colorati e impreziositi da meringhette, fiori, praline, croccanti, noccioline, mousse… Da L’éclair de Génie ce ne sono davvero tanti, sia dolci che salati: limone yuzu, caramello al burro salato, passion fruit, vaniglia del Madagascar, cioccolato grand cru solo per citarne alcuni. Vengono proposti anche in versione salata da abbinare a un cocktail per un aperitivo raffinato. Il locale principale si trova in C.so di Porta Ticinese 76 ma ci sono due ulteriori punti vendita in Piazzale Baracca 6 e in C.so Garibaldi 55. Se volete provarli vi consiglio la formula merenda che prevede 3 éclair dolci oppure 1 chouglacé (bignè ripieno di gelato e decorato) da abbinare a una bevanda, il tutto a 6,50€.

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OSAKA

Siamo tornati da Osaka questo inverno durante il ponte di S.Ambrogio e abbiamo apprezzato ancora una volta i loro Ramen davvero ottimi e perfetti per la stagione più fredda, oltre ai fantastici gyoza (ravioli cotti al vapore e ripassati sulla piastra) che erano così buoni che ne avremmo mangiati in gran quantità! Dovete sapere che il ristorante giapponese Osaka situato in C.so Garibaldi 68 è aperto da 1999 e il proprietario, il sig. Naoko è socio fondatore dell’associazione ristoratori giapponesi e potete stare certi che qui troverete l’autentico cibo giapponese senza contaminazioni fusion. Il ristorante è molto frequentato da giapponesi ed è arredato in stile minimal: sul tavolo solo le bacchette e un tovagliolo rigorosamente bianco. Noi di solito in inverno prendiamo i ramen che vengono proposti a pranzo insieme a 4 ravioli grigliati davvero ottimi oppure con riso e ravioli. La pasta è fatta in casa così come il brodo di diverse tipologie e le porzioni sono abbondanti. Molti si recano da Osaka anche per il sushi ma noi non abbiamo ancora avuto l’occasione di provarlo quindi fatemi sapere voi com’è se lo avete assaggiato!

 

 

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PUMMA’

Una nuova moda che si sta diffondendo a Milano e non solo, è la pizza gourmet, ovvero pizza fatta con impasti “a regola d’arte” con lievito madre, alta idratazione e lunghi tempi di lievitazione in modo da conferire una bella alveolatura e un’alta digeribilità all’impasto che viene condito con ingredienti ricercati, di qualità e decisamente gourmet! Questa volta abbiamo provato Pummà in via Caminadella 7 a Milano e presente anche a Bologna, Ibiza e Milano Marittima. Noi abbiamo assaggiato quella al tartufo nero con sformatino di patate mantecato al burro e crema all’uovo e quella con baccalà mantecato, caprino, spinacini freschi, crema di miele e pepe rosa, entrambe deliziose! La particolarità delle pizze di Pummà è che vengono prima tagliate in 8 spicchi e poi ogni spicchio viene guarnito e farcito singolarmente. In questo caso ogni fetta è una vera prelibatezza ricca di sapore! Il personale spiega i tre tipi di impasti e l’olio consigliati per ogni pizza ma volendo si possono intercambiare a seconda dei propri gusti. Da provare anche la formula aperitivo per bere qualcosa e mangiare dell’ottima pizza!

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IL PESCIOLONE

Per una pausa pranzo mediterranea se siete in zona Isola vi consiglio Il Pesciolone, ottimo ristorante di pesce situato in via Pietro Borsieri 27, comodisimo anche con la metropolitana lilla (fermata Isola). E’ ideale per il pranzo perché fa la formula menù con un primo oppure un secondo, bevande a scelta e caffè a 12 o 14 euro. Occorre prenotare con qualche giorno di anticipo perché è super gettonato dai lavoratori della zona che raggiungono Il Pesciolone alla spicciolata per gustare gli ottimi primi di pesce riccamente conditi accompagnati da un calice di vino bianco per una perfetta pausa pranzo. Se siete amanti del pesce fresco, crostacei, frutti di mare e ogni tesoro che proviene dagli abissi c’è il menù alla carta che include ricette e preparazioni utilizzando il pesce fresco in bella mostra in cucina che è a vista sulla sala da pranzo a piano terra. L’arredo è smart, non aspettatevi il classico ristorante di pesce formale e impostato, qui ci sono le lampade al neon fluorescenti a forma di pesce e  simpatici pesci volanti appesi al soffitto che illuminano il locale bianco e blu con le pareti di mattoni a vista. Pesce ottimo, sempre freschissimo (Marco ci viene spesso e non è mai stato deluso) e abbondante, porzioni generose e pane fresco fatto tutti i giorni con lievito madre. Ambiente carino e rilassato, cosa volere di più?

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MAOJI STREET FOOD

Io e Marco siamo spesso in giro per Milano, tra mostre da visitare, shopping, amici e passeggiate relax. I nostri giri includono quasi sempre delle vere e proprie “esperienze gastronomiche” come le chiamiamo noi: entrambi amiamo provare cucine etniche e più gli ingredienti e i piatti sono insoliti e particolari, più ci piacciono! Siamo stati da Maoji Street Food, in piazza Aspromonte 42, un localino tipico cinese che ci ha sorpreso per l’ottima qualità e la freschezza dei piatti, preparati al momento. L’arredo vuole ricreare l’ambientazione tipica delle bancarelle che vendono street food in Cina, infatti si trovano insegne cinesi appese alle pareti, i tavoli e le sedioline sono in ferro e le tovaglie di carta. Il locale è frequentato da molti cinesi, indice di ottima qualità e autenticità dei piatti. I gamberi avvolti nella pasta kataifi accompagnati da salsa agrodolce erano davvero ottimi, così come i ravioli, al vapore di carne per me e di gamberi in brodo con verdure per Marco. La pasta è tutta fatta in casa e le spezie utilizzate sono intense ma delicate, molto “umami” come si usa dire adesso! Avremmo assaggiato tutto ciò che era sul menù ma siamo stati sul classico per questa prima volta… quando ci torneremo vi farò sapere come sono le zampe di fenice o i denti di volpe!

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Per oggi è tutto ma sto già proseguendo l’attività di test di nuovi posticini di cui vi parlerò più avanti! Non abbiate mai paura di sperimentare sapori nuovi e cucine internazionali…. il cibo è cultura e la cultura è vita!  Buon inizio anno a tutti!

 

 

 

 

Il mio menù delle feste – Buon Natale!

menu3Anche quest’anno ho preparato un pranzetto per fare qualche prova tecnica pre-natalizia e per testare le ricette ho invitato i miei genitori che apprezzano sempre i miei “esperimenti” (come li chiamo io). Il menù è nato come una rivisitazione del Thanksgiving Day: è una bella tradizione quella di celebrare ed esprimere gratitudine per le cose belle ricevute durante l’anno! Abbiamo tutti la tendenza a lamentarci, ad avere una visione negativa della vita e dei problemi e dimentichiamo di apprezzare quanto di bello e di buono abbiamo o diamo per scontato.  Con questo mood ho pensato al menù delle feste che prevede come piatto forte una versione in miniatura del tipico tacchino del ringraziamento ovvero l’anatra (marinata 24 ore con tanti ingredienti speciali) servita con la salsa al ribes nero, un ripieno al gingerbread e tante verdure al forno. Naturalmente il pranzo sarà preceduto da un antipasto sfizioso e una bella insalata colorata. Come dolce un sorbetto ai lamponi, lyches e vodka servito nella coppa martini per un tocco chic.

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CESTINI DI PASTA PHYLLO CON SPECK, BRIE E CRUMBLE DI NOCI E AVENA

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Ingredienti per 6 cestini:

  • 6 fogli di pasta phyllo già pronta
  • 50 gr di burro fuso
  • 100 gr di brie
  • 6 fette di speck
  • 80 gr di gherigli di noci tritate grossolanamente
  • 40 gr di burro freddo a dadini
  • 40 gr di farina 00
  • 20 gr di fiocchi di avena
  • 20 gr di zucchero
  • 6 cucchiaini di miele per la finitura

Preparazione:

Con i fiocchi di avena, i 40 gr di burro freddo a dadini, la farina, lo zucchero e le noci tritate grossolanamente formate un crumble utilizzando le dita per sbriciolare il composto e creare degli agglomerati di avena e noci. Tenete da parte.

Tagliate i fogli di pasta phyllo in 4 parti in modo da ottenere 24 quadrati.

Imburrate una teglia da muffin con 6 cavità. Utilizzando un pennello da cucina imburrate con il burro fuso ogni foglio di pasta phyllo sovrapponendone 4 per formare delle belle punte, quindi adagiate i quadrati di pasta nella cavità del muffin, per creare appunto un cestino. Procedete fino a terminare i 6 cestini.

Sistemate in ciascuna cavità una fetta di speck, un pezzetto di brie e terminate con il crumble alle noci e avena. Infornate a 180°C per 20 minuti, o fin quando la pasta phyllo ha assunto un bel colore dorato. Servite caldi o tiepidi accompagnati dall’insalatina di spinacini.

INSALATA DI SPINACINI CON CACO MELA, UVETTE GIGANTI, NOCI TOSTATE E VINAIGRETTE ALLA SENAPE E MIELE

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Ingredienti:

  • 4 manciate di spinacini baby
  • 1 caco mela
  • una manciata di uvette jumbo
  • noci miste (mandorle, noci, anacardi, pistacchi, pinoli)
  • 2 cucchiai di limone
  • 2 cucchiaini di senape
  • 2 cucchiaini di miele
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 1 cucchiaino di aceto balsamico
  • una presa di sale

Preparazione:

Sistemate l’insalata di spinacini nei piatti. Sbucciate il caco mela e tagliatelo a fettine. In una padellina antiaderente fate tostare le noci miste per renderle più fragranti. Mettete l’uvetta in ammollo in acqua calda per alcuni minuti per renderle gonfie e lucide. Preparate il condimento mettendo in un barattolino 2 cucchiai di limone, 2 cucchiaini di senape, 2 cucchiaini di miele, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 cucchiaino di aceto balsamico e una presa di sale, chiudete bene il tappo e agitate per ottenere una bella vinaigrette. Sgocciolate le uvette e tamponatele con carta assorbente. Decorate l’insalata con le fettine di caco mela, le uvette e le noci miste tostate in padella. Condite con la vinaigrette e servite in accompagnamento ai cestini di pasta phyllo.

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ANATRA AL FORNO CON VERDURE, SALSA AL RIBES NERO E RIPIENO AL GINGERBREAD

Come per la Torta Nera di Natale, anche qui sono rimasta affascinata da questa ricetta guardando le puntate di Nigella Christmas sulla BBC che oggi si trovano anche su Youtube. Ricordo che rimasi impressionata dall’enorme tacchino e di conseguenza dalle dimensioni del catino colmo di ingredienti utilizzato per la marinata…. (che spettacolo marinare un tacchino in un catino!!!) e collocarlo prontamente in giardino al fresco coperto dagli skateboard dei figli!!! Comunque, ho ripiegato sull’anatra dopo aver vagliato l’ipotesi di fare il tacchino, che il macellaio mi avrebbe anche procurato, ma 9 kg di tacchino per 4 persone era davvero troppo! Così ho utilizzato la marinata di Nigella per un’anatra intera di 2 kg ed è venuta bene! Un consiglio: studiate prima come tagliare l’anatra, utilizzate utensili appropriati e cercate di non scottarvi!

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Ingredienti per la marinatura:

  • 3 cucchiai di sale grosso
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 1 cucchiaio di erbe provenzali essiccate e tritate (mix aromatico)
  • 1 cucchiaio di grani di pepe nero
  • 1 cucchiaio di semi di mostarda
  • 1 arancia spremuta
  • 1 arancia affettata
  • 1 cipolla tagliata in quarti
  • 4 stecche di cannella
  • 4 bacche di anice stellato
  • 1 pezzetto da 5 cm di zenzero affettato
  • un rametto di foglie di alloro
  • un paio di rametti di rosmarino
  • acqua q.b. per ricoprire completamente l’anatra

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Ingredienti per l’anatra al forno con verdure:

  • 1 anatra pronta da cuocere
  • 2 finocchi
  • 4 carote
  • 4 patate
  • 4 spicchi di zucca
  • olio extravergine di oliva
  • un pizzico di sale Maldon
  • un pizzico di misto cinque spezie

Preparazione:

Mettete tutti gli ingredienti per la marinata in un catino in grado di ospitare l’anatra comodamente quindi aggiungete un paio di litri di acqua fredda, mescolate e inserite l’anatra, quindi coprite interamente con altra acqua. Coprite il catino con un tagliere o della pellicola per alimenti. Lasciate al fresco (il balcone di casa va benissimo) per almeno 24 ore, ricordandovi di riportare il catino all’interno almeno 6 ore prima di cuocere l’anatra affinché torni a temperatura ambiente prima di infornarlo.

Nel frattempo preparate le verdure tagliandole in pezzetti come più vi piace: i finocchi e le patate a spicchi, la zucca a dadini, le carote a bastoncino per esempio. Sistematele in una teglia con carta forno e conditele generosamente con olio extravergine di oliva, sale, pepe, un pizzico di misto cinque spezie se vi piace.

Quando siete pronti per la cottura scolate l’anatra dalla marinata, sistematela in una teglia da forno rivestita da carta forno, spennellate la pelle con un filo di olio e condite con un pizzico di sale, quindi infornate a 180°C in modalità ventilata per 1 ora e mezza. Se dopo un’ora vedete ancora del sangue all’interno, alzate la temperatura a 200°C.

Le verdure cuociono a 200°C forno ventilato in 20/30 minuti, quindi regolatevi con i tempi in modo che siano pronte insieme alla carne.

Sistemate l’anatra e le verdure su un piatto da portata tenuto in caldo (controllate che sia resistente al calore) e servite in tavola insieme alla salsa al ribes nero e al ripieno al gingerbread. Fate riposare la carne almeno 10 minuti prima di tagliarla.

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Ingredienti per la salsa al ribes nero:

  • 45 cucchiai di marmellata di ribes nero
  • 1\2 limone spremuto
  • 1\2 arancia spremuta
  • scorza di mezzo limone
  • scorza di mezza arancia
  • un cucchiaio di polvere Coleman’s Mustard
  • un bicchierino di Porto

Preparazione della salsa al ribes nero:

Fate sciogliere la mostarda in polvere nel succo di limone e arancia. In un pentolino fate scaldare la marmellata al ribes nero con il porto, aggiungete il succo di limone e arancia con la mostarda e fate scaldare per 3 minuti. Spegnete e aggiungete la scorza di limone e arancia. Mescolate e versate in una salsiera. Se la preparate in anticipo vi consiglio di lasciare la salsa nel pentolino e scaldarla all’ultimo momento in modo da servirla calda.

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Ingredienti per il ripieno al gingerbread:

  • 1 mela
  • 1 cipolla bionda
  • 150 gr di bacon
  • 80 gr di speck
  • 200gr di gingerbread già pronto (io uso il Pan di Spezie Céreal)
  • un filo di olio extravergine di oliva

Preparazione:

In un mixer tritate la mela precedentemente sbucciata e privata del torsolo insieme alla cipolla anch’essa sbucciata e ridotta a fette grossolane. Fate scaldare un filo di olio extravergine di oliva e rosolate il trito di cipolla e mela per 5 minuti. Aggiungete il bacon precedentemente tritato e fate insaporire il tutto. Dopo 5 minuti aggiungete lo speck e proseguite la cottura per altri 5 minuti. Spegnete e lasciate raffreddare.

Nel frattempo tritate il gingerbread e sbattete due uova in una ciotolina.

Quando il composto di mele cipolle e bacon è tiepido o freddo aggiungete il gingerbread e mescolate bene, poi unite le uova sbattute e mescolate nuovamente per amalgamare tutto. Versate il ripieno in uno stampo da plumcake o una terrina imburrata e infarinata e cuocete in forno a 180°C per 30 minuti. Servite tiepido insieme all’anatra e alla salsa di ribes nero.

SORBETTO AI LAMPONI E LYCHES

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Ingredienti:

  • 500 gr di gelato ai lamponi
  • 100 ml di vodka
  • 100 ml di liquore al Lyches
  • Lyches sciroppati denocciolati

Preparazione:

Con un frullatore a immersione frullate il gelato ai lamponi (lasciato ammorbidire una mezz’ora a temperatura ambiente) con la vodka e il liquore ai lyches.  Assaggiate e regolate aggiungendo eventualmente altra vodka a seconda dei vostri gusti. Servite in coppa Martini e decorate con uno spiedino di lyches sciroppati denocciolati.

Buone Feste!

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La mia Milano gourmet – parte 3: indirizzi e consigli

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E rieccoci con il terzo post sulla Mia Milano Gourmet, ovvero i miei consigli e indirizzi per trascorrere delle vere e proprie esperienze gastronomiche a Milano! Se vi siete persi la “parte 1” e la “parte 2” cliccate qui e qui.

Se mi seguite da un po’ sapete quanto io ami il rito della colazione: la giornata non inizia bene se prima non ho fatto una bella colazione in grado di darmi l’energia sufficiente per arrivare fino a pranzo e che mi trasmetta tanto buonumore! Oggi abbiamo iniziato il nostro tour de force Milanese dalla Pâtisserie des rêve in corso Magenta 7, un posticino tutto rosa che fa venire l’acquolina in bocca anche solo a vedere le belle creazioni sotto le cloche trasparenti. Per me che sono una fanatica di Parigi, croissant e dolci francesi non potevo che essere entusiasta! Ci siamo accomodati ai tavolini che danno sul cortiletto interno dal quale si intravede il laboratorio con le pasticcere al lavoro, indice di un prodotto sempre fresco e fatto a mano! La pasta sfoglia è perfetta, profuma di burro come le croissant che si trovano a Parigi! La crema pasticciera e chantilly è punteggiata di semini neri di vaniglia, altro indicatore di elevata qualità delle materie prime! Un pain au chocolat o una fetta di torta e un bel cappuccino e la giornata partirà nel più dolce dei modi!

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Se volete provare una colazione o uno spuntino antiossidante, rigenerante e dal tocco giapponese vi consiglio il Macha Japanese Cafè’! Questo localino in viale Crispi 15 (vicino alla stazione di p.ta Garibaldi) offre bevande calde e fredde a base di tè matcha ma anche energy bowls, sushi freschissimo e avocadotoast per chi volesse fermarsi per la pausa pranzo, il mio paradiso insomma! Noi ci siamo stati per colazione e abbiamo provato il macha cappuccino e una deliziosa croissant farcita al momento con crema al matcha davvero deliziosa! Per la merenda ci sono anche cheesecake al matcha o simpatici barattoli con tiramisù al matcha e frutta fresca. L’ambiente è arredato con molto gusto e sedendosi al bancone non vi sembrerà neanche di essere a Milano perchè la vista dà sul nuovo edificio Feltrinelli ad alto tasso high tech! Unica pecca: per pranzo potrebbe esserci un po’ di attesa, meglio andare sul presto!

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Voglia di street food cinese? Ebbene si, lo confesso, anche io mangio street food, ogni tanto. Ma anche su questo sono molto selettiva: scordatevi camioncini che fanno junk food unto e poco salutare! La Ravioleria Sarpi (in via Paolo Sarpi 27) più che una gastronomia cinese è un evento social, già perchè è punto di ritrovo di persone di culture, età, provenienza e abitudini differenti: dalla famigliola con passeggino ai gruppi di hipster, dalle ragazze modaiole alle coppiette di cinesi, qui ci vengono proprio tutti per mangiare le specialità gastronomiche della Ravioleria Sarpi! Tra le preparazioni più richieste ci sono i ravioli di carne o vegetariani cotti al vapore e serviti con salsa di soia, la crèpes superfarcita (che Barbieri definirebbe “un mappazzone” ma dicono che sia buonissima), i Baozi che sono panini soffici cotti al vapore e ripieni di carne, gli involtini freschi con verdure, gamberoni e salsa teryaki e il Mo: paninio simil arabo cotto al momento e farcito con straccetti di carne stufata con le spezie. Le due gastronomie cinesi (una di recente apertura a pochi metri di distanza dall’altra) non prevedono posti a sedere nè punti di appoggio ma per nostra fortuna di fronte alla Ravioleria Sarpi c’è una piccola enoteca con qualche panchina che abbiamo sfruttato per accompagnare il tutto con dell’ottimo vino bianco! Preparatevi a fare la fila presente a qualsiasi ora: portate pazienza perché ne vale veramente la pena! A noi è piaciuto molto, abbiamo assaggiato quasi tutto e siamo stati sorpresi dal gusto speziato ma non invasivo dei ripieni, dalla carne morbidissima (proveniente dalla macelleria piemontese lì a fianco) e gli impasti fatti al momento che rendono il tutto curato e fatto con passione! Una vera esperienza gourmet in chiave street!

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Vi piace l’idea dello street food cinese ma magari piove o avete voglia di pranzare seduti al tavolo? Vi consiglio Tang Gourmet, in via Paolo Sarpi 17, una gastronomia con tavoli al piano superiore dove poter gustare con calma i tipici ravioli di carne, pesceo verdure cotti al vapore nei cestelli in bambù o altre specialità come noodles, zuppe e paste saltate. L’ambiente non è il massimo della raffinatezza ma per il prezzo che si paga (circa 4 euro per 5 ravioli, niente coperto) è ottimo per un pranzo diverso dal solito e poi i ravioli a noi sono piaciuti davvero tanto!

Se l’etnico non fa per voi vi consiglio qualcosa di più mediterraneo: La Pescaria. Se siete amanti del buon pesce fresco non potrete che essere fan di questo posticino originario di Polignano a mare che ha aperto anche a Milano in via Solari e in via Bonnet. Per gli appassionati del crudo il menù offre ostriche, noci, cozze, scampi, gamberi ma anche tartare e carpacci di tonno, salmone, pesce spada, spigola, pagro e ricciola. Tra i fritti ci sono proposte sfiziose come il baccalà e le chips di patate o le polpette di crostaceo o la frittura di cozze, e non manca il più classico fritto misto. Noi siamo stati diverse volte e prendiamo sempre i famosi panini che sono davvero golosi e abbondanti: c’è quello di gamberi al ghiaccio che è ricco di ogni prelibatezza come gamberoni giganti, melanzane, chips, battuto di pomodoro e mozzarella, il panino con la tartare di tonno, pomodori e burrata, quello con il polpo fritto e quello con la tartare di salmone, pesto, zucchine… ce n’è per tutti i gusti! Come dice la canzone, se un panino e un bicchiere di vino fanno la felicità provate questi panini gourmet con pesce fresco e un calice di prosecco bello freddo… altro che felicità questa!

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Volete fare l’aperitivo ma siete stufi dei soliti banconi con gli stuzzichini da happy hour? Vi consiglio Fiordiponti: focacceria originaria di Santa Margherita Ligure esportata a Milano in viale Montenero (zona porta romana) e in via Pollaiuolo (zona isola). Durante l’aperitivo troverete montagne di focacce tagliate a quadretti davvero ottime, da quella semplice ligure ricca di buon olio extravergine, a quella bassa “di Recco”, a quella alle cipolle o la pizza fiordiponti con lo stracchino e la farinata di ceci e anche i cocktail sono deliziosi. Una bella idea per bere qualcosa con gli amici e assaggiare un po’ tutte le focacce! Non ero riuscita a fare le foto durante l’aperitivo perchè c’era poca luminosità ma ho messo lo stesso qualche foto scattata durante una pausa pranzo!

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Per oggi è tutto, spero abbiate gradito i miei consigli! Fatemi sapere anche voi se avete qualche posticino da consigliarmi! Alla prossima! Buon weekend!

BOOK REVIEW: “Food Jar… tutto in un barattolo” di Ilaria Mazzarotta

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Ho trovato questo libretto quasi per caso: era un sabato pomeriggio, avevo finito di lavorare e stava nevicando abbondantemente da tutta la mattinata tant’è che tutti i treni per tornare a casa erano soppressi, così ho colto l’occasione per stazionare con calma alla Mondadori. Dopo aver guardato parecchi libri, nessuno convincente, mi è caduto l’occhio su questo simpatico libricino dedicato al food jar, l’ultimo trend in fatto di cucina! Mi ha colpito subito la grafica e la ricchezza dei contenuti oltre che l’originalità e la creatività!

food jar 2E’ diviso in queste sezioni:

  • colazione in barattolo: smoothie, yogurt e granola, porridge, colazione salata.
  • barattoli to go: insalate, pasta riso & co, vellutate, pinzimonio, macedonie, vinaigrette e maionese di diversi tipi.
  • barattoli a tavola: secondi di carne o pesce serviti direttamente in barattolo.
  • dessert in barattolo: crumble, dolci al cucchiaio, torte, mousse, cupcake.
  • barattoli da bere: cocktail, acqua detox.
  • barattoli da regalare: mix per biscotti torte e dolci, scrub per il corpo, barattoli per la casa e l’ufficio e altre idee simpatiche per regalini sfiziosi.

 

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Mi piace perchè: oltre alle ricette contenute il libro è fonte di ispirazione per ulteriori creazioni: l’idea di portare in tavola pietanze che solitamente si servono in piatti o fondine rivoluziona il rito della colazione, pranzo o cena. Subito dopo aver comprato il libro sono corsa a prendere dei barattoli e mi ricordo che per cena quella sera avevo fatto una vellutata alla zucca servita con crostini e scaglie di grana servita in un bel barattolo ampio che ha avuto un successone! La ricetta non era contenuta nel libro ma ne ho tratto l’ispirazione! Successivamente ho anche preparato una caprese in barattolo con pomodorini, dadini di pane croccante, basilico fresco, capperi e burrata come antipasto che è piaciuta molto per l’idea di destrutturare un classico della cucina mediterranea mantenendo tutti i sapori nel barattolo e aggiungendo un tocco chic.

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Tra le ricette contenute nel libro ho sperimentato: il tiramisù, la mousse allo yogurt, diverse vinaigrette, la granola con yogurt e frutta: tutte ricette approvatissime! I “barattoli da regalare” sono davvero una bella trovata per quelle occasioni in cui fa piacere preparare qualcosa con le proprie mani e trasmettere un gesto d’affetto senza spendere un capitale! E che dire dei barattoli da bere!!! Ho trovato i famosi barattoli con il manico per pochi euro in un negozio di casalinghi e ne ho presi 8! Uno spritz o un gin lemon in compagnia mentre si prepara una grigliata piacerà a tutti gli amici, garantito! Mi piace anche preparare l’Iced Matcha in barattolo: frullo gelato alla vaniglia, un pò di latte, tè matcha e lo servo con cubetti di ghiaccio nei miei barattoli con manico e cannuccia per una merenda rigenerante!

food jar 5Quindi: libro consigliatissimo soprattutto per chi è alla ricerca di spunti creativi da applicare al mondo food e non solo! Non richiede particolari abilità culinarie se non tanta voglia di divertirsi e sperimentare!

food jar 6Info sull’autrice: oltre a questo libro dedicato al food jar ha scritto anche Comfort Foodie  e due romanzi con ricette dedicate alla famiglia e alla coppia: Due cuori e un fornello e Due cuori e una culla. E’ tra i fondatori di The Breakfast Review. Possiede anche un blog: comfortfoodie.it sul quale trovate molte altre informazioni, ricette, consigli e articoli.

Idea regalo: abbinate al libro un set da 4 o 6 barattoli, che potete anche recuperare da vasetti di marmellate, yogurt ecc… per un effetto spaiato molto country chic!

La mia Milano gourmet – parte 2: indirizzi e consigli

marchesi-3Rieccoci qui con il mio secondo post su “la mia Milano gourmet” dove vi parlo dei ristoranti, locali e negozi che con il tempo ho siglato come “i miei preferiti”. Se volete leggere anche la “part one” per vedere tutti i miei consigli cliccate qui. Dovrete perdonarmi ma le foto sono state fatte con il cellulare in tempi non sospetti ovvero quando non pensavo le avrei volute pubblicare sul post! Non fate caso a Marco che è su quasi tutte le foto, di solito sono io la fotografa quindi non mi resta che fotografare chi/quello che ho davanti!

Partiamo dalla colazione: la giornata non inizia bene senza una buona colazione, ma che dico, un’ottima colazione! Infatti ci viziamo subito facendo tappa da Marchesi in Galleria, cappuccino super cremoso, non schiumoso badate bene, ma cremoso, brioche alla crema (spesso prendiamo la venziana, davvero ottima) e una vista fantastica! L’arredo e i materiali sono molto delicati: marmo ovunque, specchi e rifiniture dorate, e le vetrine sembrano quelle di una gioielleria, bellissime! Si sale con l’ascensore interamente rivestito di marmo verde e specchi: selfie time!

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Solitamente per pranzo se abbiamo camminato tutta la mattinata, siamo stanchi e ci troviamo in Duomo saliamo all’ultimo piano della Rinascente e se la stagione lo consente ci piace pranzare all’aperto da Obicà, ottima pizza dal bordo leggermente croccante oltre che piatti con degustazione di mozzarelle affumicate e non. La vista anche qui è spettacolare se amate il Duomo, sarete a pochi metri dalle guglie! Unica pecca: c’è quasi sempre un po’ di attesa, meglio andare sul presto oppure piazzate i mariti in coda e andate a curiosare allo shop di prodotti gastronomici su quel piano! Sarà anche una semplice pizza (fatta bene) ma a me piace molto per via della location e dell’atmosfera: pranzare in terrazza ha sempre il suo perché!

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Rimanendo in tema di pizza, vi posso consigliare un altro posticino molto carino un pò fuori dal centro. In via Ravizza 11, la via delle pizzerie, si trova Lievità, pizza gourmet servita su grandi taglieri in un ambiente che definirei “cargo”. Lievità offre pizze per inguaribili gourmet. Potete scegliere tra le “margherite gourmet”, o le “gourmet estreme” ma non aspettatevi la classica liste delle pizze con i gusti tradizionali perchè qui ci sono pochi ingredienti ma di qualità elevata e sempre freschi e si segue la stagionalità dei prodotti come è giusto che sia! A noi è piaciuta molto e se anche voi amate provare qualcosa di nuovo ve la consiglio vivamente!

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E adesso, andiamo a comprare un pò di tè? Certo che si! Adoro andare da Dammann Frères e chi mi accompagna sa già che deve mettersi il cuore in pace perché ci sto almeno mezz’ora! Le confezioni sono eleganti e raffinate e il tè è buonissimo inutile dirlo, ma la cosa che mi piace di più sono i nomi dei vari tè: Paul & Virginie, Nuit à Versailles, Jardin du Luxembourg, Weekend è Paris, Jardin d’hiver,  Coquelicot gourmand, Miss Dammann, mi sento come se fossi a Parigi! Sollevate i coperchietti delle scatolette, annusate i vari aromi e comprate quelli che vi piacciono di più, nella confezione di latta oppure nei sachets, pratiche bustine di seta, confezionate anche singolarmente, che contengono lo stesso tè in foglie già porzionato per una tazza di tè. In Italia c’è solo una boutique in via XXV Aprile e un piccolo negozietto all’ultimo piano della Rinascente in Duomo. Tra i miei ultimi acquisti, oltre ad un ottimo tè oolong al caramel au beurre salé, il mio preferito Bali e un nuovo Carcadet ho preso anche 4 Fleur des sept fées, ovvero le 4 palline che vedete in foto: ogni pallina contiene tè verde e sette fiori di gelsomino e calendula legati insieme che una volta in infusione si aprono e creano un fiore bellissimo! Nelle boutique c’è quasi sempre un tè appena fatto da degustare mentre vi guardate intorno e ammirate le teiere, i coffret e tutti gli accessori per fare il tè, come se foste in Place des Vosges!

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Ora tocca al nostro aperitivo a cinque stelle: si va al Mandarin Oriental in pieno centro di Milano! In una via nascosta dietro Montenapoleone (via Andegari n.9) si trova questo splendido luxury hotel dove si può prendere un aperitivo immersi nell’atmosfera che solo nei grandi hotel si respira. I cocktail sono fantastici, particolari, imprevisti e scenografici! Spettacolare il cocktail affumicato servito sotto la cloche con il fumo e quello servito in una scatoletta giapponese dalla quale si sprigiona il fumo fatto con petali di rose essiccate, da bere direttamente nella scatola! La tortina ai lamponi per festeggiare il mio compleanno è stata una piacevole sorpresa! Se non avete limiti di budget potete provare anche Seta, il loro ristorante a due stelle Michelin, di cui ho sentito parlare molto bene!

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Rimanendo in tema “orientale” ho 3 ristoranti preferiti da consigliarvi: Bomaki e Tamakinho per il sushi nippo-brasiliano e Zazà Ramen per i classici Ramen. Andiamo con ordine:

Temakino ha tre location a Milano: Brera, Magenta e Navigli. Il sushi comprende temaki e uramaki in stile nippo-brasiliano quindi molto colorati e saporiti grazie alle diverse salsine e spezie e da bere si prende di solito una caipiroska; quella al maracuja è fantastica in abbinamento al sushi. L’arredamento è molto colorato e d’estate si può mangiare anche sui tavolini all’aperto. Essendo uno dei più buoni ristoranti nippo-brasiliani è d’obbligo la prenotazione, soprattutto la sera o nei weekend, il sito è ben organizzato per la prenotazione così non dovete neanche telefonare. Una bella esperienza che definirei esotica!

Qui sotto vedete l’esterno dell’ultimo Temakino aperto: è proprio in Cadorna, in Via Boccaccio 4.

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L’alternativa al Temakinho è Bomaki :stesso stile giapponese-brasiliano, offre uramaki, temaki e altre specialità golosissime e piene di sapore, è ottimo se vi piacciono i sapori nuovi e insoliti.  Il locale dalle pareti coloratissime ha il bancone con lo chef in vista che sminuzza le tartare o fiammeggia i vostri roll. Anche qui i cocktail sono fantastici! A Milano ce ne sono tre: Sanzio, Foppa e Sempione. Noi l’abbiamo provato di recente e di sicuro ci torneremo per provare la vasta scelta di specialità!

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Se state camminando al freddo da ore e volete riscaldarvi con una bella ciotola di ramen vi consiglio Zazà Ramen in via Solferino 48. Frequentato da molti giapponesi (è sempre un buon segno) offre ramen personalizzabili con vari tipi di brodo: shoyu, shio o miso e ingredienti solo vegetariani o di carne e pesce. L’ambiente è tranquillo e l’arredo ha un tocco giapponese. Il servizio è veloce e le porzioni abbondanti. I ramen sono deliziosi e perfetti per l’inverno quando si ha voglia di “comfort food”. Per veri japan-addicted!

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E questo è tutto per il momento ma ho già una bella lista di posticini nuovi da provare, seguirà il post non appena avrò sperimentato!

 

Il pranzo di Natale: prove generali

natale-3Avete già pensato al menù di Natale? Io lo scorso fine settimana mi sono divertita a fare una “prova generale” per vedere che tutto fosse carino e ho invitato i miei genitori per un pranzetto in tranquillità!

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Dovete sapere che oltre a preparare dolci e ad avere una passione per i libri di cucina adoro apparecchiare la tavola con decorazioni in tema con il menù o l’occasione da festeggiare! Candeline, centrotavola, fiori freschi, sottopiatti e segnaposti di solito non mancano mai e così anche quest’anno ho già pensato a cosa utilizzare. Sì, credo proprio che terrò questo allestimento candido e innevato! E per il menù ho deciso per qualche stuzzichino e una insalata sfiziosa, poi un risotto creativo e il classico brindisi con panettone & spumante, ma ho ancora tempo per perfezionare il tutto! Ecco a voi le foto, una idea di menù e ovviamente le ricette!

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Menù

Cocktail natalizio: prosecco, cointreau e succo di cranberry

Mini croissant integrali con speck e radicchio

Pane integrale al carbone vegetale con degustazione di Tête de Moine*

Insalatina con melagrana, cranberry, pinoli, mandorle e caco mela

Risottino gourmet con Tête de Moine, pere caramellate e marmellata di fichi.

Panettone servito con salsina calda di arancia e cannella e Spumante per brindare

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Ricetta per il cocktail natalizio: 

Per 4 persone mescolate 80 ml di Cointreau con 100 ml di succo di cranberry, versate nei flute e colmate con prosecco.

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Ricetta per le mini croissant integrali con speck e radicchio:

Tagliate a listarelle un cespo di radicchio e fatelo saltare in padella con un filo di olio e un pizzico di sale finchè non sarà appassito e un pò abbrustolito. Spegnete il fuoco e fate raffreddare. Tagliate in otto spicchi un rotolo di pasta sfoglia integrale e distribuite una fettina di speck e una cucchiaiata di radicchio su ogni triangolino, quindi arrotolate ogni spicchio dall’esterno verso l’interno formando le croissant. Spennellate con un tuorlo d’uovo sbattuto con due cucchiai di latte e spolverizzate con semi misti a piacere. Infornate a 180°C per 25 minuti. Servite tiepide.

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Ricetta per l’ insalatina con melagrana, cranberry, pinoli, mandorle e caco mela 

Condite la vostra insalata preferita con una vinaigrette composta da olio, sale, miele, poco limone spremuto e disponetela sui piatti, quindi decorate con pinoli e mandorle a lamelle tostati, cranberries disidratati, chicchi di melograno e fettine di cacao mela. Servite subito per evitare che l’insalata appassisca.

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Ricetta per il risottino gourmet con Tête de Moine, pere caramellate e marmellata di fichi.

Per quattro persone: fate tostare due bicchieri colmi di riso in un filo di olio extravergine di oliva, sfumate con mezzo bicchiere di prosecco o vino bianco e quando è evaporato procedete alla cottura del risotto aggiungendo un mestolo alla volta di brodo vegetale. A cottura ultimata spegnete il fuoco e mantecate con il formaggio Tête de Moine. Decorate il risotto con dadini di pera fatti precedentemente caramellare in una padella con zucchero e anice stellato. Aggiungete qualche goccia di marmellata di fichi, posizionate una rosetta di formaggio al centro e servite.

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*Una nota sul formaggio Tète de Moine:

Ho assaggiato questo formaggio durante l’evento “Il tram del gusto” e ne sono rimasta affascinata, non solo per il sapore intenso e aromatico ma anche per la modalità di degustarlo: non si taglia come gli altri formaggi a fettine ma si creano dei fiori mediante l’apposito utensile chiamato “la girolle” che vedete in foto. Se siete curiosi trovate qui tutte le informazioni su questo particolare formaggio svizzero!

Ricetta per la salsina di accompagnamento al panettone:

In una ciotolina mescolate 4 cucchiai colmi di marmellata di arance, il succo di mezzo lime, un bicchierino di liquore all’arancia o all’amaretto, un pizzico di cannella e 2 cucchiai di sciroppo d’acero. Mescolate, assaggiate e aggiustate i sapori secondo i vostri gusti. Prima di servire scaldate la salsina per qualche secondo in modo da servirla tiepida.

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E ora un piccolo brindisi per augurarvi buone feste! Auguri!

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Il primo Csaba Day!!!

Oggi voglio raccontarvi del primo Csaba Day, un’intera giornata dedicata al mondo di Csaba dalla Zorza e al suo nuovo libro Csaba 5 seasons che si è tenuto presso La collina dei ciliegi, azienda vinicola di Stezzana, provincia di Verona domenica 25 ottobre.

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La sveglia suona alle 6:00 di domenica 25 settembre: colazione, doccia calda, crema profumata, poi accurata scelta del look e makeup. Opto per uno stile country chic quindi camicia di cotone a righine bianche e azzurre, jeans delavé e sneakers fucsia per un tocco di colore; orecchini di perle, un bracciale d’argento e trucco natural. In borsa infilo la reflex, il biglietto di ingresso e un golf rosa cipria. Anche mio marito è pronto: camicia bianca, golf blu, jeans e profumo e alle 7:00 partiamo con il sole timido che sta sorgendo.

Dopo due ore e mezzo  di viaggio siamo accolti da filari di viti ordinatissime e ricche di grappoli di uva: “è quella che si usa per fare l’Amarone”, mi spiega Marco che si è documentato sull’azienda vinicola. La collina dei ciliegi infatti, oltre ad essere una splendida location con una bella terrazza affacciata sulle dolci colline veronesi produce soprattutto Amarone, Valpolicella Ripasso Superiore, il Corvina ma anche vini bianchi come il Lugana e il Garganega, Spumante brut e Recioto.

Alle 10:00 ci registriamo al desk dove ci prenotiamo per le diverse attività della giornata: per me panificazione con Csaba e per Marco giro dell’azienda agricola, quindi ci mettiamo comodi in terrazza e ci offrono un espresso Lavazza nell’attesa che inizi la presentazione del libro Csaba 5 Seasons. Nel frattempo io ho già scattato mille foto: la lavanda che incornicia la terrazza, le barrique con lo stemma dell’azienda, le bottiglie mezze impolverate che arredano l’auditorium, i filari di viti e pure un simpatico Jack Russel! Mi sento ispirata, quì è tutto bellissimo in questa splendida giornata con il sole tiepido di fine settembre che accende il panorama di riflessi dorati.

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E’ arrivato il momento, prendiamo posto nell’auditorium all’interno della barricaia, e arriva Csaba, impeccabile come sempre, vestito a fiori, makeup leggero, un sorriso elegante e la dolcezza nello sguardo. Csaba è così come si vede in tv, e quando inizia a parlare si percepisce la sua passione per il mondo food, per l’editoria e il bon ton. Il libro che presenta, Csaba 5 seasons, è più un almanacco/agenda che un libro vero e proprio, infatti contiene delle pagine bianche che ognuno può scrivere per avere un manuale personalizzato, da usare tutti i giorni, pieno di consigli di style e savoir-faire, illustrato con disegni e un pò fumettoso, diversissimo da tutti gli altri libri. Csaba punta sull’importanza di seguire le stagioni e i loro prodotti, con ricette honestlygood che fanno tanto bene al nostro corpo ma appagano anche il gusto e la voglia di buono! Mi piace! Finita la presentazione ritiro la mia copia e raggiungo Csaba in terrazza per avere un autografo (è il mio secondo libro autografato, wow!)

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Alle 12 mi raggiunge Marco che ha terminato il tour dell’azienda e partecipiamo alla degustazione di vini fatti da La collina dei ciliegi: sono tutti ottimi, ordiniamo qualche bottiglia da portare a casa e ci prepariamo per l’evento successivo: il pic nic!!! Guardate che cestini adorabili!

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Ritiriamo il nostro cestino di vimini, carinissimo, che contiene: panini morbidi con insalata, fettine di avocado, pomodoro e senape; insalata di quinoa, focaccina con robiolina fresca biologica, frutta fresca e muffin allo yogurt. Ci sistemiamo tra le vigne per rilassarci e degustare il nostro pic nic: l’atmosfera è bucolica, gli ospiti sono sparpagliati qua e là a gruppetti, sdraiati sulle coperte senza scarpe, c’è chi prende il sole, chi sorseggia il vino, chi ride spensierato, chi chiacchiera fitto fitto, chi passeggia mano nella mano, e poi il panino con l’avocado è davvero ottimo, per non parlare del muffin, ma come hanno fatto a farlo così morbido???

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Si sta benissimo qui ma devo alzarmi: alle 14:00 ho l’incontro sulla panificazione! E infatti quando arrivo intorno al tavolo ci sono già farine, acqua e lievito pronti per la dimostrazione. Csaba arriva vestita di bianco con tanto di grembiulino accompagnata da Chiara Rossetto, proprietaria del celebre Molino Rosetto, e insieme parlano dell’antica arte di fare il pane, che è facile da fare e infatti in due minuti Csaba mentre parla di farine integrali, lieviti e tecniche ha già impastato mezzo chilo di farina con acqua e lievito fresco di birra. Per me non è una novità, io il pane lo faccio già da tempo e mi diverto a sperimentarne di diversi tipi, ma dai commenti delle signore di fianco a me capisco che c’è davvero tanta gente che non ha mai provato a farlo e sono tutte entusiaste per la facilità con cui si può preparare! Missione compiuta Csaba, da domani pane fatto in casa tutti i giorni!

Subito dopo il corso di panificazione ci aspetta il famosissimo Stefano Scatà, fotografo di fama mondiale, per farci dei ritratti che ci stampa in pochi minuti grazie alla tecnologia Samsung. Io e Marco ci facciamo fare una foto di coppia, e il fotografo sembra contento per la posa che abbiamo scelto, un pò giocosa, diversa da tutte le altre. Siamo gasati, abbiamo il nostro primo ritratto di famiglia!

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Il pomeriggio prosegue tranquillo, Csaba si mette a disposizione per fare qualche foto e scambiare due chiacchiere, è davvero una di noi e ha una parola gentile per tutti! Il sole è ancora caldo ma sta per tramontare, meglio, le foto così sono ancora più belle! Io mi sento una piccola fotografa freelance: faccio foto un pò a tutto liberando la vena artistica che c’è in me, spero che Csaba non me ne voglia ma le ho scattato qualche foto che mi piace molto per la naturalezza della posa e la dolcezza che traspare dal suo sguardo.

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E’ arrivata l’ora di trasferirci di nuovo nella barricaia, dove Csaba, con uno splendido vestito giapponese lungo fino ai piedi che le sta d’incanto, tiene una presentazione sul Tea Time, il rito del tè tanto amato da Csaba stessa e devo dire, anche da me che adoro preparare biscottini e dolcetti da accompagnare a tè caldo di buona qualità. La presentazione è brillante, Csaba parla con passione del tè, della sua preparazione e del rito del tea time come occasione per ricevere. Questi i miei appunti:

  • Una teiera di ghisa è come “il tubino nero”: passepartout e immancabile!
  • Le tazze da tè devono avere il bordo sottile! Berreste mai dello Champagne in un bicchiere tumbler? Ecco, è la stessa cosa!
  • L’acqua non deve mai bollire, altrimenti si rovina il tè, che deve essere tè in foglie, non le bustine preconfezionate del supermercato!
  • La teina contenuta nelle foglie si elimina dopo un minuto di infusione, questo è un buon trucco: dopo un minuto di infusione si può riutilizzare il filtro per fare il tè con della nuova acqua calda. Il tè che si acquista già deteinato è stato ottenuto mediante processi chimici, non va bene!
  • Attenzione a limone, zucchero e latte, che vanno bene solo per il tè nero.
  • L’infusione va fatta in cucina lontano dagli ospiti: non è chic togliere il filtro rischiando di far cadere qualche goccia.
  • Occhio alle crostatine di frutta: se hanno un diametro sopra i 5 centimetri si utilizza la forchettina da dolce ma se servite il tè sul divano potrebbe essere pericoloso perchè non è poi così semplice rompere la frolla con una forchettina senza far volare niente!
  • Non esagerare con le preparazioni: per un tè con 6 ospiti basterà un tipo di tè e due preparazioni, magari una dolce e una salata per accontentare tutti.
  • Il tè va gustato con calma e deve essere anche un’occasione per rilassarsi o una scusa per fare merenda: una fetta di torta con un buon tè sarà apprezzata anche da chi non lo vuole ammettere!
  • Non preoccupatevi se non possedete un servizio da tè con tazzine, teiera, zuccheriera e lattiera in coordinato: ben vengano tazzine spaiate recuperate da mercatini e negozietti di artigianato, basta solo fare attenzione a come si abbinano, alla fine è un pò come vestirsi, facile no?

E dopo tutto questo chiacchierare di tè ci trasferiamo in terrazza con il sole che tramonta e Csaba ci offre tè verde profumato alla rosa e menta e i biscottini di frolla alle nocciole deliziosi! Vorremmo stare qui ancora un pò ma sono le 18:00 e dobbiamo ritornare alla realtà, felici per la giornata e ancora emozionati torniamo rigenerati e pronti per affrontare una nuova settimana all’insegna del buon gusto e dell’eleganza!

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Il risotto al panettone e zafferano di Davide Oldani per Expo

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Tra tutte le proposte gastronomiche dell’Expo più o meno etniche noi abbiamo scelto forse la più insolita, ovvero la più milanese delle alternative: il risotto! E che risotto! Davide Oldani ha creato per Expo questo riso bianco leggermente agrumato contornato da una cremina allo zafferano impreziosito da briciole di panettone  croccante e decorato da tre uvette posizionate ad arte! L’attesa, di circa un’ora e mezza è stata allietata dalle chiacchiere con Tiziana e Sergio, una bella coppia milanese che, come noi, ama ricercare il bello e il buono in cucina e nella vita! Quindi dato che il risotto ci è piaciuto e so che c’è qualcuno che sta già pensando al menù delle feste vi lascio questa ricetta semplice e piacevolissima adatta alla stagione! Ovviamente il mio è venuto molto meno bene dell’originale ma vi assicuro che lo abbiamo apprezzato ugualmente!

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Ingredienti per due persone:

  • 1 bicchiere del vostro riso per risotti preferito
  • 1\2 litro di brodo
  • 125 ml di panna fresca
  • 1 cucchiaino di maizena diluita in 4 cucchiai di acqua
  • una bustina di zafferano
  • un pizzico di sale
  • 1 fetta di panettone
  • 6 uvette
  • scorza di mezzo limone
  • 50 gr di parmigiano grattugiato e una noce di burro per mantecare

Preparazione:

Fate scaldare in un pentolino la panna fresca, quando raggiunge il bollore aggiungete la maizena diluita in acqua e lo zafferano e condite con un bel pizzico di sale fino. Mescolate con una frusta per amalgamare. Tenete la fiamma molto bassa e continuate la cottura fino alla densità desiderata, ma non ci vorrà molto, giusto uno o due minuti. Mettete la salsina pronta in un flaconcino dosatore da cucina (o in una brocchetta con il beccuccio come ho fatto io; in questo caso il risultato sarà meno preciso ma altrettanto buono!) e tenete da parte.

Fate tostare bene in una padella antiaderente una fetta di panettone, poi tritatela in un mixer e tenete da parte. Se non avete il panettone va bene anche il pandoro, una croissant, una veneziana o qualcosa di simile per creare le briciole dolci croccanti.

Fate ammollare le uvette in acqua calda per farle gonfiare un pò. Tenete da parte.

Tostate qualche istante il riso in un tegame per risotti, poi iniziate a bagnarlo con il brodo procedendo un mestolo per volta fino a cottura ultimata. Spegnete la fiamma e mantecate con la noce di burro, il parmigiano e la scorza di limone, ricordatevi di tenerlo piuttosto morbido, quello di Oldani lo abbiamo mangiato con il cucchiaio perchè era molto cremoso, all’onda appunto.

Impiattate il risotto, contornatelo con la salsina allo zafferano, posizionate al centro una manciata di crumble di panettone e le tre uvette. Gustate con un bel calice di Ribolla Gialla o di Gewürztraminer.

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